martedì 13 febbraio 2007

risposta al post di Gabriella

Salve “Gabriella”.....
Ti rispondo come responsabile del COMITAU AERA perchè considero il tuo post come sintesi dei principali dubbi che si pone chi da semplice cittadino, non “addetto ai lavori” vorrebbe conoscere la migliore soluzione al problema rifiuti.
Riprendendo punto per punto le tue affermazioni:
“Alcune motivazioni per cui penso che questo comitato sia inutile e controproduttivo:”
-Ti ringrazio ma il giudicarlo “controproduttivo” è ovviamente una questione di punti di vista. Se sei una persona con interessi economici nell'inceneritore, allora capisco che lo possa giudicare controproduttivo. Se invece come cerchi di far capire sei una semplice “cittadina preoccupata”, allora l'affermazione è come minimo gratuita.
Proverò a risponderti basandomi esclusivamente su dati reali, a disposizione di tutti coloro li vogliano leggere, e che non partano da posizioni preconcette.
“1 allora come facciamo con tutti questi rifiuti?”
Anzitutto bisogna chiarire che noi, in Sardegna, non abbiamo una “emergenza rifiuti” come quella che vivono in altre zone come la Campania. Poi bisogna anche scordarsi che l'incenerimento dei rifiuti possa risolvere il problema della presenza delle discariche, anzi, per ogni inceneritore devono sussistere almeno tre discariche.
E questo perchè quanto viene immesso nell’inceneritore non sparisce, ma ne esce in forma di : • emissioni gassose dal camino ( che vanno nell’aria); • ceneri residue (che devono essere smaltite); • acque di scarico (che devono essere trattate). Più precisamente, per ogni tonnellata di rifiuti bruciata, un inceneritore produce : • 1 tonnellata di fumi immessi in atmosfera; • 280/300 Kg di ceneri "solide"; • 30 Kg di "ceneri volanti"; • 650 Kg di acqua di scarico; • 25 Kg di gesso.
-La prima discarica è quella che va all'interno dell'impianto, che costituisce il “serbatoio” di combustibile, e dev'essere molto estesa, per garantire un'adeguata autonomia di funzionamento anche in periodi di scarso conferimento (andamenti stagionali ecc.).
-La seconda è invece una discarica per i circa 300 Kg a tonnellata di rifiuti tossico nocivi che sono le ceneri solide. Si tratta quindi di una discarica di tipo speciale che ha dei costi che sono circa il 1000% di quelli di una discarica ordinaria. Ad essa andranno conferiti anche i fanghi di depurazione dei 650 litri (per tonnellata di rifiuti) d'acqua di scarico dell'impianto di incenerimento.
-la terza discarica che deve accogliere circa 800 Kg di CO2, 30 Kg di pericolosissime ceneri volanti, e una notevole quantità di DIOSSINE, è rappresentata dall'atmosfera e quindi in definitiva dai nostri polmoni, da quelli degli animali che vivono nel territorio interessato, e in generale dall'ambiente. Questa discarica è quella con l'impatto ambientale maggiore.
“2 il termovalorizzatore serve per fornire energia”
Serve a chi? Innanzitutto.
Anche qui abbiamo una dimostrazione di come una bugia, se ripetuta all'infinito, diventi una verità (almeno per chi ci crede). Allora: La Sardegna produce già più energia di quanta ne consumi ( 13.031,5 Gwh/anno prodotte contro 12.036,7 Gwh/anno consumate, dati GRTN 31 dic. 2005). Il vero problema è forse quello di stabilire delle tariffe per lo meno pari a quelle di altre Regioni.
Poi, mediamente un inceneritore consuma circa il triplo dell'energia che produce, inoltre se prendiamo in considerazione il bilancio energetico confrontando l'energia ottenuta bruciando i rifiuti, con quella necessaria alla produzione di degli stessi beni che potrebbero essere riciclati, si vedrebbe che con il riutilizzo ed il recupero si risparmierebbe circa il 400-500% dell'energia in uscita dall'inceneritore.
“3 il termovalorizzatore darà anche lavoro. Per pochi che siano i posti di lavoro forniti sono qualcosa in un territorio in crisi come il nostro. Dobbiamo metterci nei panni dei padri di famiglia che si trovano senza lavoro a 40 anni e devono pensare a come dare da mangiare ai loro figli, e non sono situazioni poco comuni come potremmo ritenere. Chi se la sente di negare loro un lavoro in nome di un ideologia ambientalista.”
-L'inceneritore occuperebbe circa 25-30 persone, esageriamo: 40 persone. A fronte di questo dato dobbiamo considerare l'impatto sul comparto produttivo agro-pastorale che rappresenta veramente la colonna portante dell'economia della zona. Bisogna che sappiamo che molte delle famiglie occupate in questo settore si ritroveranno senza reddito, perchè il prodotto del loro lavoro a causa dell'inquinamento non sarà commerciabile, (succede già nel territorio di Porto Torres) e sicuramente perderà qualsiasi marchio di qualità (BIO, DOP ecc. ). Nel migliore dei casi verrà accettato dal mercato ad un prezzo così basso che non coprirà i costi di produzione. E stiamo parlando di alcune centinaia di famiglie!
Altre soluzioni come il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti offrono occupazione sicuramente da 10 a 50 volte superiore a quella di un impianto di incenerimento.
Quanto al dare da mangiare ai propri figli, riesce molto meglio se questi sono vivi e in salute.
“4 siamo sicuri dell'attendibilità di questo prof. Montanari? Sicuramente è un grande comunicatore ma le sue pubblicazioni scientifiche sono attendibili o piuttosto si vuole fare pubblicità e magari è venuto qui per guadagnare qualche spicciolo per il suo microscopio a scansione?! Cosa gliene potrà importare della nostra salute? e Soprattutto che interessi ha?”
-Il dott. Stefano Montanari e ancora più sua moglie la dottoressa Gatti, sono tra le maggiori personalità scientifiche “al mondo” nel campo delle nanoparticelle. Il dott. Montanari è stato ricevuto alla camera dei Lords a Londra, è stato ricevuto dall'imperatore del Giappone, è stato consulente negli Stati Uniti per la vicenda delle torri gemelle (relativamente alla previsione di patologie derivate dalle nanoparticelle liberate nel crollo delle torri). Collabora con le più prestigiose università del mondo, ed è continuamente intervistato dalle televisioni di tutto il mondo.
“Cosa gliene potrà importare della nostra salute? “
-Non lo so, ma mi chiedo: noi cosa possiamo fare per tutelare la nostra salute?
Se per pochi posti di lavoro, paragonabili a quelli di un paio di gelaterie sulla costa, sei disposta a rischiare la salute dei tuoi figli (caso mai ne avessi), dei tuoi vicini di casa o dei tuoi nipoti?
Ci sono dei limiti etici, morali e di fede che non si possono superare. E' ovvio che non tutto si può sacrificare sull'altare dell'occupazione. La salute sicuramente no!
“5 sicuramente i nostri politici hanno valutato i possibili danni alla salute e hanno scelto quello che per noi cittadini è più conveniente e vantaggioso.”
-Sei disarmante! Non so se sembri più la sorella di Madre Teresa di Calcutta, o Alice nel paese delle meraviglie. Mai sentito parlare di tangenti? di mazzette? di corruzione? di lobby o semplicemente di ignoranza? I nostri politici che tu ami in modo così sconfinato sono gli stessi che ci hanno portato in Sardegna le scorie radioattive, gli stessi che hanno fortemente voluto le industrie di Ottana, e hanno poi abbandonato il progetto fallimentare, e con esso al proprio destino anche tutte quelle famiglie che avevano convinto a lasciare l'allevamento, la bottega artigiana ed i campi per il miraggio della fabbrica. Se adesso, per un po di posti di lavoro c'è chi è disposto a mettere a repentaglio la propria salute e quella del prossimo, è grazie a questi politici.
“6 possibile che in nome delle solite questioni pseudo ambientaliste pseudo salutiste e pseudo paesaggistiche in sardegna non si possa fare niente per andare verso il progresso. Come al solito gli ambientalisti bloccano tutto, senza capire che il mondo và verso un altra direzione, a cominciare dai parchi eolici sino al termovalorizzatore.”
-E' mai possibile che in nome del fantomatico progresso, noi sardi lo prendiamo sempre nel solito posto? In Sardegna dovremmo avere già imparato qualcosa. Quanto alla direzione del mondo, penso anch'io al fotovoltaico, all'eolico alle celle a combustibile, alla fusione fredda, ma lascerei fuori i termovalorizzatori. Lo dico perchè l'orientamento è proprio questo, a partire dall'Europa per proseguire con gli Stati Uniti, l'Australia ecc. ecc. (a proposito: i termovalorizzatori non esistono. La comunità Europea ha proibito all'Italia l'uso di questo termine giudicandolo “ingannevole”).
“7 non mi sembra che la gente di Ottana si sia lamentata in modo forte e decisivo contro il termovalorizzatore, probabilmente perchè non è vero che danneggia la salute così come non è vero che la fabbrica di ottana e l'inceneritore di Macomer abbiano portato un aumento di incidenza di patologie nella zona. In caso contrario, dato che sono individui pensanti e non pecore si sarebbero fatti sentire e mobilitati per trovare soluzioni alternative.”
-Ancora no, non hanno espresso il loro dissenso in piazza, ma la gente di Ottana e dintorni ha scelto di informarsi prima di parlare. I numerosi comitati spontanei ne sono la prova. Naturalmente bisogna combattere contro una “disinformazione” portata senza risparmio di mezzi, con lo scopo di impedire alla gente di prendere coscienza dei propri diritti, e tra questi la salute è senz'altro il primo.
“-probabilmente perchè non è vero che danneggia la salute così come non è vero che la fabbrica di ottana e l'inceneritore di Macomer abbiano portato un aumento di incidenza di patologie nella zona.”
-Non so sulla base di quali dati tu possa fare simili affermazioni. Ti ricordo che esiste una precisa legge comunitaria che sancisce il principio di precauzione. Questo significa che non sono io che devo provare che l'inceneritore fa male alla salute; ma chi lo vuole costruire deve provarmi che non fa male. Se non riesce a provarlo l'inceneritore non si farà!
Inoltre è da considerare che la decisione di costruire un inceneritore alla fine deve portare la firma di chi per legge è il principale responsabile della salute dei cittadini: il sindaco. Questi deve sapere che nel firmare si assume “penalmente” la responsabilità di avere consentito la costruzione dell'impianto.
Ad ogni modo eccoti una breve selezione di documenti scientifici che affermano esattamente il contrario di quanto dici: (naturalmente chiunque volesse approfondire può richiederci altri documenti)
GLI INCENERITORI PROVOCANO LA NASCITA DI BAMBINI MALFORMATI
Parigi, 21 gennaio 2003: il CNIID, Centro nazionale indipendente di informazione sui rifiuti, rivela l'esistenza di uno studio epidemiologico ufficiale che dimostra come gli inceneritori di rifiuti urbani provochino la nascita di bambini malformati. Gli autori dello studio, "Risques de malformations congénitales autour des incinérateurs d'ordures ménagères, Inserm, Institut européen des génomutations, Afssaps," realizzato nella regione Rhone Alpes (che ha come centri principali Lione, Nimes e Montepellier) concludono che "globalmente rischi significativi per le popolazioni sono osservati per due tipi di malformazioni: le anomalie cromosomiche e le altre malformazioni maggiori". Inoltre essi hanno constatato "un rischio significativo per le fessure orali, le displasie renali, i megacolon e le anomalie urinarie". Nel periodo considerato dallo studio gli inceneritori hanno quindi provocato la nascita di un gran numero di bambini malformati.
Questa una sintesi dei risultati dello studio rispetto alle malformazioni rilevate nei bambini della regione Rhone Alpe: - anomalie cromosomiche + 20% rispetto alla media nazionale - malformazioni della bocca + 29% - malformazione dell'intestino + 44% - malformazioni dei reni + 51% Secondo il direttore del CNIID gli inceneritori saranno "l'amianto del XXI secolo" anche perchè lo studio conferma altre prove scientifiche che hanno posto sotto accusa gli inceneritori di rifiuti come quelle riportate dall'"American Journal of Epidemiology" del 26 giugno 2000 sull'aumento dei tumori rilevati nei tre cantoni di Doubs, vicini all'inceneritore di Besancon (Franca Contea, regione ai confini con la Svizzera).
E ancora:
Le diossine - Secondo l’EPA (Agenzia governativa di protezione ambientale americana) - sono il più potente cancerogeno sintetico. Danneggiano il sistema immunitario,il sistema tiroideio, il sistema sessuale, il sistema nervoso centrale ed il sistema riproduttivo. Inoltre funzionano da sregolatori endocrini e provocano una notevole varietà di tumori. Possono inoltre attraversare la placenta, danneggiare il feto e contaminare il latte della madre. Possono persistere per migliaia di anni.
Secondo l'EPA (Ente governativo statunitense per la "protezione" ambientale) le diossine sono i più micidiali "sregolatori endocrini" che si conoscano. Lo studio più completo sugli effetti della diossina è stato compiuto in seguito al noto incidente di Seveso. La conclusione era che gli abitanti dell’area avevano "probabilità 3 volte maggiori di prendere il cancro al fegato, nelle donne 5,3 volte di prendere una forma di mieloma, tra gli uomini 5,7 volte di prendere alcune forme di cancro al sangue".
Il piombo - Esercita effetti tossici sul sistema nervoso, sui reni, sul sistema immunitario e riproduttivo. Il mercurio - E’ nocivo per il sistema nervoso, per i reni ed il sistema immunitario. Inoltre molti metalli pesanti sono conosciuti o sospettati di essere cancerogeni. Gli studi cui si fa riferimento sono molto recenti e le loro implicazioni non sono ancora chiaramente comprese. Non si conoscono soprattutto gli effetti di lungo termine dell’accumulo di quantità anche molto piccole, ma si sa che entrano nel corpo umano e vi persistono anche per decenni, trasferendosi nel caso delle puerpere ai feti. Dovrebbe valere in queste situazioni il criterio, di puro buon senso, del "principio di precauzione" : dove non si ha conoscenza sufficiente, ma i rischi sono elevatissimi, è ragionevole non correrli. In poche parole meglio non giocare alla roulette russa.
-In Italia esistono una gran quantità di pubblicazioni scientifiche che confermano queste tesi, basta leggerle. Alcuni dati specialmente da noi non sono disponibili per il semplice fatto che non sono stati installati sistemi di di monitoraggio adeguati. Ovviamente questo non vuol dire che i problemi per la salute non esistano. Ad Ottana come in tutte le altre aree industriali in Sardegna e nel mondo, l'insorgere di numerose patologie tumorali, aborti spontanei e malformazioni fetali è assolutamente prevedibile considerando le tipologie di impianti presenti.
“8 come al solito un comitato che si intitola con un NO: NO TAV, NO Termovalorizzatore, No scorie ...etc INSOMMA non si può dire no a tutto SENZA DARE DELLE ALTERNATVE”
Le alternative ci sono. Piuttosto, l'inceneritore non è una soluzione per i rifiuti. E non di esso si deve proporre un'alternativa. E' necessario che si abbia anche la disponibilità a riconoscere che un problema del genere non può avere un'unica soluzione, ma sarà superabile con una serie di azioni che portino principalmente ad una politica di graduale ma decisa riduzione nella produzione dei rifiuti, all'eliminazione dei contenitori “a perdere”, al riutilizzo ed al riciclaggio. Per avviare questo processo virtuoso è però necessario che si abbandonino le posizioni fondamentaliste. Nel tuo post, ti faccio notare, hai fatto una grande serie di affermazioni, nessuna confortata da dati verificabili.
Ti saluto
Luigi Erittu
Comitato AERA

giovedì 18 gennaio 2007

Conferenza stampa presentazione Comitau AERA, Cagliari 20/1/2007

Casteddu 18/1/2007


Comunicato Stampa



Oggetto: convocazione conferenza stampa



Il giorno 20/1/2007, alle ore 11.00 a Cagliari, presso la sede iRS di via Nuoro 43, si terrà una conferenza stampa di presentazione del Comitau Natzionale Sardu “AERA”.
Lo scorso 16 dicembre, iRS ha raggiunto un grande obiettivo di sensibilizzazione delle popolazioni, organizzando ad Ottana la conferenza con il Prof. Stefano Montanari, che aveva lo scopo di informare sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi alla realizzazione del nuovo inceneritore. Attualmente, infatti, si stanno formando in vari paesi del centro Sardigna, numerosi gruppi spontanei di cittadini e amministratori contrari all’inceneritore/termovalorizzatore.
L’obiettivo principale del comitato è quello di promuovere una partecipazione più allargata di cittadini, associazioni, gruppi politici e istituzioni a tutte le questioni ambientali inerenti la Sardigna.
Del comitato popolare, aperto a tutti le cittadine/i, fanno già parte studenti e docenti universitari, medici e persone che intendono occuparsi dei problemi ambientali della Sardegna.

L’iniziativa è promossa e coordinata dal Centro di Elaborazione Energia e Ambiente di iRS.

Risposta all’intervento del segretario della Filcem-CGIL sarda apparso sulla Nuova Sardegna del 3 gennaio 2007

Grave errore realizzare un nuovo “termovalorizzatore” in Sardegna.

L’intervento del segretario della Filcem-CGIL sarda apparso sulla Nuova Sardegna del 3 gennaio 2007 dal titolo “Grave errore opporsi al termovalorizzatore da realizzare Ottana”, porta a riflettere principalmente su due questioni:
1) la necessità/emergenza di smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati,
2) l’esigenza di nuove fonti di approvvigionamento energetico per il rilancio delle attività industriali nella piana di Ottana.
Sorgono forti dubbi sulla reale quantità dei rifiuti da trattare e, come è capitato altrove, si ha la sensazione che si tenda ad esagerare al rialzo sulla quantità, gridando un'emergenza che poi di fatto non esiste. Viene il sospetto che si voglia creare una struttura costosissima per favorire alcuni interessi legati a questa fase; se poi non dovesse mai funzionare, pazienza, non sarebbe la prima volta che succede ad Ottana.
Si propone una cura, l’incenerimento, che rappresenta invece una malattia ancora più grave. Perché invece non si inizia a discutere su interventi utili a ridurre la produzione dei rifiuti? Per fare questo serve uno sforzo istituzionale e collettivo che porti la Sardegna in pochi mesi a differenziare, quindi recuperare gran parte dei rifiuti prodotti. Avere sempre minori quantità di rifiuti da trattare e da conferire agli inceneritori già attivi o alle discariche. Su questo aspetto siamo molto indietro rispetto agli standard che impone la Comunità Europea. Per questo motivo l'Italia paga sanzioni per svariati milioni di euro, perciò è prioritario differenziare altrimenti le sanzioni comunitarie diventeranno insostenibili.
Il signor Asuni non menziona l’impatto che questo genere di impianti ha sulla salute e sull’ambiente. Chi ha ascoltato la conferenza del dott. Montanari, che iRS ha organizzato nello scorso dicembre, sa che l'incenerimento non è una soluzione, perchè non crea ne occupazione, ne benessere economico e neanche benessere ambientale. Chi sostiene il contrario, sostiene interessi che non sono quelli della comunità e dei cittadini. Di inceneritori si muore; non nell'immediato certo. L’effetto di patologie come linfomi, tumori al fegato, tumori ai polmoni, malformazioni fetali, ecc., si presenterà tra qualche decennio e sapremo che, se i nostri figli e nipoti moriranno per questi motivi, la responsabilità sarà solo di quanti oggi sostengono che l'incenerimento crea occupazione. Cosa siamo disposti a sacrificare per l'occupazione? Dobbiamo deciderlo adesso, e prenderci le nostre responsabilità.
Tutti i paesi più avanzati stanno chiudendo gli inceneritori. Già dal 1993 l’ “Wall Street Journal”, descriveva i motivi per cui l'impianto di incenerimento fosse un’attività disastrosa anche sotto il profilo economico. Si omette di dire che, per l’Unione Europea, il termine “termovalorizzatore” è considerato ingannevole. Si parla di occupazione ma non è dato sapere quante unità occuperà l’impianto, ne quanti perderanno il proprio lavoro nel settore agricolo.
Il secondo problema sollevato è relativo al rilancio dell’area industriale di Ottana. Si fomenta l’illusione che il “termovalorizzatore”, possa “arrestare il declino industriale della Sardegna Centrale”(cit.), mentre, ed è cronaca di questi giorni, gli scandali relativi al Contratto d’area, dimostrano che il declino industriale di Ottana, è dovuto a problemi ben più gravi. Problemi legati a scelte politiche errate, a poca moralità nella gestione di fondi pubblici, ad aziende poco serie e interessate a speculare sui finanziamenti pubblici piuttosto che impegnarsi nella produzione di beni e servizi. Nella delibera della Regione si parla di un investimento privato di 160.000.000 di euro per la costruzione dell’inceneritore. E’ proprio assurdo pensare ad aziende che invece di “incenerire”, investano capitali per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, sostenendo le attività esistenti e, contemporaneamente, contribuendo a creare un distretto industriale di qualità? Sempre che l’industria sia l’obiettivo per Ottana, perché non pensare alla graduale riduzione delle attività inquinanti e alla loro trasformazione in attività a favore dell’ambiente? A guadagnarci sarebbero sicuramente i lavoratori, sia in termini di reddito, sia in termini di salute. Ci sarebbero notevoli vantaggi occupazionali oltre che per l’ambiente e per l’agricoltura, (che con l’inceneritore verrebbe notevolmente compromessa) e per tutti i cittadini.
E’ auspicabile che, da chi si batte per i diritti dei lavoratori, vengano idee sempre innovative. E’ necessario aprirsi verso tutte le alternative possibili per la Sardegna Centrale e iniziare a pensare di estirpare i nostri mali, non curarli con medicine improvvisate, dettate dalle emergenze o dagli interessi privati degli speculatori industriali. Il lavoro è un valore essenziale per la società, ma la salute viene senz’altro prima.
IRS ha da tempo organizzato un comitato spontaneo aperto, per discutere tutte le questioni riguardanti l’incenerimento dei rifiuti in Sardegna e invita chiunque è interessato, a partecipare alle sue attività. Chiediamo inoltre a tutti i sindacati, di avere al più presto un incontro durante il quale discutere in modo più approfondito le suddette questioni, senza pregiudizi o contrapposizioni, ma aperti al dialogo e al confronto, per il bene dei cittadini e dei lavoratori.

iRS
Tzentru de atividade de Nugoro

Intervista al Prof. Montanari

Per avere un'idea di ciò di cui si parla, pubblichiamo due interessanti interviste fatte al Professor Stefano Montanari.

Rifiuti, intervista a Montanari
Zenone Sovilla
27 febbraio 2006
Stefano Montanari è direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena e il prossimo 13 marzo sarà a Roma per lavoro e si è dichiarato disposto a tenere una conferenza scientifica nella mattinata della stessa giornata. Il tema sarà "nanodiagnostica e incenerimento". E' possibile collegare la cosa con l'iniziativa dell'assessorato all'Ambiente della Regione interna alla proposta già formulata di un "Programma di epidemiologia ambientale della Regione Lazio". L'incontro dunque si terrà a Roma il 13 marzo alle ore 10,30, nella sala Tevere della Regione Lazio a Via Cristoforo Colombo, alla presenza dell'Assessore all'Ambiente Angelo Bonelli.
Da l'Adige, 26 febbraio 2006 L'intervista "Pm10? Attenti alle polveri più sottili" Montanari: l'inquinamento più pericoloso viene occultato Tre giorni fa, al convegno "Ambiente e salute", promosso da Coldiretti, Italia Nostra e Nimby trentino con il patrocinio dei Comuni di Lavis e Mezzocorona, che ha riempito la sala della Cooperazione, il direttore dell'Unità operativa tutela dell'aria all'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, Giancarlo Anderle, ha riferito che da un paio d'anni vengono monitorate, accanto alle note Pm10, anche le polveri più sottili, definite Pm2.5. L'esperto ha tuttavia precisato che i risultati di questi rilevamenti non sono resi pubblici, perché il legislatore non ha ancora determinato valori massimi di riferimento. Un altro esponente delle agenzie provinciali, Silvano Piffer dell'Osservatorio epidemiologico trentino, ha confermato l'attendibilità di una serie di studi che indicano un peggioramento (di intensità variabile secondo le specificità locali) del quadro sanitario in territori nei quali, alle fonti di inquinamento esistenti, si è aggiunto un inceneritore di rifiuti. Proprio per evitare questo tipo di impianto, previsto dalla Provincia a Ischia Podetti, e per gestire diversamente i rifiuti, si battono i promotori del convegno. Il particolato atmosferico Pm10 include tutte le particelle di dimensioni molecolari fino, appunto, a dieci micrometri di diametro, mentre il Pm2.5 comprende tutte le particelle fini, di diametro fino a due micrometri e mezzo; ma esistono altre micropolveri di dimensioni ancora inferiori. La letteratura scientifica rivela che le fonti principali di questi contaminanti sono le combustioni elevate (automobili, inceneritori, acciaierie eccetera) e le esplosioni. Per cercare chiarimenti sul rischio potenziale dell'inquinamento da micropolveri, l'Adige si è rivolto a uno dei principali esperti italiani, il dottor Stefano Montanari, che con la moglie, il bioingegnere Antonietta Morena Gatti, svolge ricerche di livello internazionale sulle nanopatologie, nel laboratorio dell'Istituto Nanodiagnostics, fondato a Modena dai due studiosi. Montanari, lei il 9 febbraio scorso era sul palco di Gardolo con Beppe Grillo e ha illustrato i processi determinati da queste microscopiche particelle che penetrano facilmente nell'organismo umano. Ce li può riassumere? È un dato di fatto inoppugnabile che il particolato atmosferico è tanto più dannoso quanto più le sue dimensioni sono piccole. Il particolato grossolano penetra meno profondamente nelle vie respiratorie e passa con difficoltà dalle vie aeree al sangue, mentre, diminuendo la taglia, aumentano la capacità di andare più in profondità nei bronchi e, soprattutto, la facilità di passaggio. Particelle di qualche centinaio di nanometri di dimensione vanno dagli alveoli polmonari al sangue entro un minuto e vengono sequestrati da vari organi, fegato, reni, linfonodi, cervello, ecc. entro un'ora. Chi desidera letteratura in merito non ha che da cercare in un qualsiasi motore di ricerca scientifico. E chi vuole vedere fotografie di particelle entrate direttamente nel nucleo delle cellule senza ledere la membrana cellulare non ha che da rivolgersi a me". Ma come agiscono le polveri microsottili, una volta inalate dalle persone e penetrate a basso livello? "Spesso questo particolato non è biodegradabile e, di conseguenza, una volta che si è istallato in un organo vi rimane per sempre, perché non abbiamo meccanismi di eliminazione. Si innesca un'ovvia reazione da corpo estraneo che si estrinseca di norma in una granulomatosi. Patologia che, a sua volta, può trasformarsi in una forma tumorale. Inoltre, questo particolato non biodegradabile è con grande frequenza anche non biocompatibile e dunque, per definizione, chimicamente tossico e patogeno". In questo quadro come si inseriscono fonti di contaminazione quali gli inceneritori? "Continuando con i dati di fatto, questi impianti bruciano i rifiuti trasformandoli in fumi, ceneri e acqua. Questi elementi, messi insieme, pesano circa l'80% più dei rifiuti infornati. Ciò perché, insieme con i rifiuti, si mettono acqua e calce e nella reazione entrano l'ossigeno dell'aria e una quantità di sostanze che sono già presenti in atmosfera le quali si combinano con alcuni componenti dei fumi, costituendo il cosiddetto particolato secondario. Dunque, noi ci "liberiamo" di una tonnellata di rifiuti estremamente grossolani trasformandoli in una tonnellata di fumi, 280-300 kg di ceneri solide, 30 kg di ceneri volanti, 650 kg di acqua di scarico e 25 kg di gesso. Le ceneri dovranno essere smaltite in discariche speciali, secondo il decreto Ronchi, e i fumi - contenenti una notevolissima quantità di sostanze tossiche impossibili da elencare perché se ne viene a conoscere una nuova ogni giorno - li ritroveremo nell'aria che dovremo respirare". Esistono anche rischi indiretti derivanti dall'immissione di particolato nell'atmosfera? Prima o poi questo inquinante cadrà a terra, sulle verdure di cui ci nutriamo e sull'erba che è cibo per gli animali. Naturalmente ci sono i filtri (anche quelli, comunque, con un contenuto prima o poi da smaltire). Purtroppo, però, questi filtri fermano solo il Pm10, vale a dire la frazione di gran lunga meno numerosa e di gran lunga meno aggressiva del particolato, lasciando invece libero transito alle polveri più fini, il Pm2,5, il Pm1 e il Pm0,1 che pesano poco ma sono formati da particelle miliardi di volte più numerose rispetto al Pm10. Tutto questo è perfettamente noto non solo dagli scienziati ma anche ai tecnici a qualunque livello, compresi quelli delle varie agenzie di protezione ambientale". Ma spesso le autorità spiegano che gli inceneritori di nuova generazione sono poco pericolosi... In realtà, con la migliore tecnologia disponibile s'innalza la temperatura degli inceneritori, in modo da ridurre il particolato a dimensioni sempre più fini e, come per incanto, le centraline di rilevamento tacciono: il terribile Pm10, il nemico condannato dalla legge, non c'è più. Se, però, a qualcuno venisse l'uzzolo di andare a controllare il tasso di particolato più fine, cioè quello che non fa venire la bronchite ma qualcosa di peggio, scoprirebbe che è aumentato a dismisura e vedrebbe che avremo barattato ogni ladro di polli che abbiamo eliminato (le Pm10) con alcune migliaia di assassini (dalle Pm2.5 in giù). Non saremo molto intelligenti, però siamo furbi e per la legge che ci siamo fatti abbiamo presto trovato l'inganno. Un discorso analogo si può fare per alcuni filtri antiparticolato da applicare ai motori diesel, il cui razionale di funzionamento si basa proprio sulla trasformazione di Pm10 in Pm molto più sottile e, dunque, fuori dagli interessi della legge. E chi è maggiormente esposto sono i bambini, compresi quelli non ancora nati i quali potrebbero mostrare qualche difetto di fabbrica a causa delle mutazioni genetiche provocate dalla contaminazione. Sono un ricercatore e tutto questo mi fa particolarmente male; ma anche il comune cittadino che fa tutt'altro lavoro e che accorda la sua fiducia in chi è chiamato istituzionalmente a difendere la sua salute, come da articolo 32 della nostra Costituzione, si ritroverà, per così dire, cornuto e bastonato".

Intervista al Prof. Montanari

Montanari: nanoparticelle e nanopatologie prodotte da tutti i processi di combustione
Il direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena sostiene che «mentre il traffico è impossibile evitarlo perchè fa parte della nostra vita, i rifiuti possono non essere prodotti. E quelli prodotti possono essere interamente recuperati».
di Diego Barsotti


PONTEDERA (Pisa). C´è un personaggio che in questi mesi compare sempre più spesso sulle cronache dei giornali e che risulta tra i protagonisti della guerra agli inceneritori portata avanti anche dal comico Beppe Grillo, Si tratta di Stefano Montanari, direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena, che proprio stasera sarà a Pontedera, davanti al Comune, per parlare dei rischi derivati dalle nanoparticelle prodotte dai termovalorizzatori. A Pontedera ovviamente è stato invitato perché la Provincia di Pisa, alle prese con una crescente produzioni di rifiuti, sta pensando all´ipotesi di un raddoppio del proprio impianto di Ospedaletto o alla costruzione di un nuovo termovalorizzatore a Gello, a pochi chilometri da Pontedera.Dottor Montanari, qual è il rapporto tra nanoparticelle e nanopatologie? «Il rapporto è assolutamente diretto. Queste polveri sono sospese nell’aria, vengono inalate e respirate entrando nei polmoni. Oppure quando cadono sui vegetali vengono mangiate ed entrano nell’apparato digerente passando nel sangue in pochi secondi ed entro un’ora vengono filtrati dai vari organi. Queste comunque sono cose risapute da almeno 30 anni. Uno studio buonissimo è quello presentato nel 2002 dall’università di Lovanio: purtroppo non esistono meccanismi per liberarsene: le nanopolveri non sono biodegradabili né biocompatibili. Sono un copro estraneo intorno al quale si formano tessuti di granulazione che provocano infiammazioni che a loro volta possono sviluppare cancro. Ovviamente non tutti, in medicina non esistono certezze, ma consideri che noi abbiamo fotografato le polveri più fini anche nel nucleo delle cellule» Esistono in natura le nanopolveri?«Si esistono, ma in percentuale irrisoria. Per il 99% le nanopolveri sono di origine antropica. In natura qualcosa viene emesso dai vulcani oppure dalle rocce che erodono oppure dalla sabbia del Sahara, ma si tratta più che altro di micropolveri che sono enormemente più grandi. Per farle capire tra nano e micro c’è la stessa differenza che passa tra la sua altezza e quella del monte Everest». Oltre agli inceneritori quali altri impianti producono nanoparticelle? «Tutti gli impianti e tutti i processi dove avviene una combustione. Il traffico brucia carburante, gli aerei inquinano immensamente più delle auto, perchè consumano di più e spesso si tratta di carburante di cattiva qualità. Le centrali elettriche, i cementifici, le esplosioni in zone di guerra. Pensi che il crollo delle torri gemelle ha fatto mezzo milione di malati causati dalle nanopolveri che si sono sprigionate in seguito alle altissime temperature».Quindi anche i magnificati impianti che bruciano biomasse per ricavarne energia? «Sicuramente sì. Ma è difficile ipotizzare un impianto a biomasse in regola, cioè che brucia solo biomasse. Queste centrali infatti sono di solito sovradimensionate almeno 100 volte rispetto a quello che dovrebbero bruciare. L’Emilia Romagna ha approvato un piano per costruire centrali a biomasse, ma per alimentarle bisognerebbe mettere a cultura canna infestante in un territorio grande il doppio della stessa regione. E allora che si fa, dopo qualche mese ogni centrale a biomasse viene trasformata in normalissimi inceneritori». Esistono studi che consentano di stilare una sorta di graduatoria nella responsabilità delle emissioni di nanopolveri?«Sarebbe possibile farlo ma bisognerebbe farlo di caso in caso. In un recente incontro a cui ho partecipato a Firenze una certa dottoressa Eva Buiatti epidemiologa, ha presentato dati non pertinenti paragonando la la California a noi. In realtà quello californiano è un ambiente completamente diverso dal nostro, dove praticamente non esistono inceneritori, c’è un traffico immensamente superiore perché non ci sono servizi pubblici, c’è un oceano freddo con entroterra caldo e una catena di montagne che blocca l’uscita dello smog. A volte presentare tanti dati serve solo a confondere chi ascolta, mentre sarebbe necessario conoscere tutti i dati prima di parlare. Il vero problema è che le nanopolveri non sono mai prese in considerazione, non esistono strumenti normativi e gli stessi medici non conoscendole non ne vanno a cercare gli effetti».Lei partecipa spesso a incontri e convegni contro i termovalorizzatori. Perché non si impegna nello stesso modo contro il traffico?«Innanzitutto la prego di non usare la parola termovalorizzatore perché noi non valorizziamo un bel nulla. Siamo sanzionati dall’Europa per questo, ci ha pregati più volte di non usare questo termine che è solo una truffa. I nostri sono solo termodistruttori. Detto questo è indubbio che il traffico sia un grandissimo produttore di nanoparticelle, ma tutta la nostra vita è basata sugli spostamenti ed è impossibile pensare di evitare il traffico. Mentre invece possiamo evitare le fonti inutili, anche perché un inceneritore non distrugge i rifiuti, ma li moltiplica. Quando lei mette immondizia dentro un inceneritore deve aggiungere calce, acqua, bicarbonato e tanto ossigeno. Tutta questa roba poi viene buttata fuori sotto forma di nanopolveri. Se lei considera anche il particolato secondario presente in atmosfera, per ogni tonnellata di immondizia che entra ne escono da 3 a 10 tonnellate, ma ridotto di dimensione. Il telefono che lei sta usando in questo momento non è tossico, ma se lei lo brucia diventa cancerogeno».Però, una volta recuperato dai rifiuti tutta la materia recuperabile, se io non incenerisco rifiuti ho bisogno di centinaia di camion che ogni giorno portano i rifiuti in discarica, spesso a centinaia di chilometri di distanza, producendo quindi smog e nanoparticelle.«La soluzione non sono certo le discariche. La soluzione è non produrre rifiuti, riciclando, riusando, recuperando. Berlino in 6 anni ha quasi dimezzato la quantità dei propri rifiuti prodotti. Il resto poi può essere trattato a freddo e senza emissioni di nanopolveri, vetrificando questi materiali da utilizzare poi per sottofondi stradali e coibentazione di edifici. L’inceneritore non è solo inutile e dannoso, ma è anche scriteriato dal punto di ecologico, perché moltiplica i rifiuti. All’estero vengono chiusi uno dopo l’altro, pensi che i pochi rimasti in Germania per farli funzionare importano immondizia dall’italia».

Volantino Conferenza Prof. Montanari a Ottana


Invito personale recapitato a mano al Presidente Soru

Egregio Presidente


Le inviamo, pregandola di leggere con attenzione, una serie di documenti. Riteniamo che in questo momento sia l’unica persona in grado di rimediare all’ennesima tragedia che si sta per consumare ad Ottana.

Da qualche mese, abbiamo iniziato una serie di attività informative rivolte alla popolazione poiché pensiamo che il nuovo termovalorizzatore che dovrà sorgere ad Ottana, sia frutto di decisioni affrettate, dettate dall’emergenza e da una insufficiente conoscenza dei pericoli a cui andranno incontro tutti i sardi se si farà questa struttura.

Se il problema/emergenza è smaltire circa 480.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati all’anno, pensiamo sia più logico attivare delle misure legislative di emergenza che in pochi mesi facciano passare la raccolta differenziata in Sardegna dal 10% attuale, (per il decreto Ronchi avrebbe dovuto essere almeno al 35% nel 2003), al 40/50%.

iRS propone di adottare misure preventive, come quella della città di Parigi, che dal 2007 vieterà la circolazione dei sacchetti di plastica. Facciamolo anche in Sardegna. Attiviamo misure, anche estreme, ma riduciamo questo indifferenziato da conferire agli inceneritori. Facciamoci belli veramente!

Come movimento abbiamo accolto con favore, le misure importanti di salvaguardia e rispetto dell’ambiente sardo che la sua Giunta ha portato avanti. Questa iniziativa stride completamente con gli intenti programmatici. Ad Ottana si muore e si muore già abbastanza di tumori e leucemie varie, così nei paesi vicini per colpa delle industrie presenti. Un nuovo inceneritore sarebbe la rovina.

Confidiamo nella sua sensibilità e nel suo impegno per la Sardegna.
La invitiamo quindi alla conferenza del professor Stefano Montanari, organizzata da iRS, ad Ottana il 16/12/2006. (veda lettera allegata).


Nugoro 06/12/2006



Cordiali saluti
iRS – Indipendentzia Repubrica de Sardigna